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ATTIVITA’ MOTORIA E FANCIULLI DELLA SCUOLA PRIMARIA

di Redazione Spot e Sportin Lo Psicologoon Pubblicato il 30 Aprile 202030 Aprile 2020

di Matteo Faberi

Francesco

Propongo alcuni brevi spunti riguardo all’attività motoria svolta da ragazzini che frequentano la scuola primaria: cercheremo di soffermarci brevemente su alcuni elementi essenziali che sottolineano la sua funzione, specialmente riguardo allo sviluppo globale, agli apprendimenti, al benessere ed all’educazione per la vita.

LA COORDINAZIONE MOTORIA E GLI SCHEMI MOTORI DI BASE

Il ragazzino di 6 anni, se non presenta particolari difficoltà e non è stato limitato nelle esperienze, ha ormai acquisito tutte le tappe di sviluppo globale, anche quelle più evolute ovvero: la corsa in perfetto schema crociato (che dovrebbe maturare all’età di 3 anni) e una completa lateralizzazione emisferica (a 6 anni si completa con la lateralizzazione dell’arto inferiore).

Tuttavia, al giorno d’oggi per svariati motivi molti fanciulli che frequentano la scuola primaria non hanno ancora raggiunto una buona coordinazione motoria. Questo influisce anche, in modo importante, sul rendimento scolastico: leggere e scrivere sono infatti le abilità motorie più evolute, poggiano su una buona competenza di base a livello globale. Si è riscontrata “una significativa correlazione tra la corsa coordinata e le difficoltà nella scrittura. I bambini con difficoltà nella scrittura (collegate in particolare a una scorretta presa di mano e ad un povero controllo del polso) hanno anche problemi nell’andatura in schema crociato” (Sangalli, Lascioli, Lascioli 2018, p. 16). “Molti dei bambini che giungono alla nostra attenzione per problemi di apprendimento scolastico hanno “saltato” lo striscio o il carponi da piccoli e spesso il recupero della tappa non effettuata ha portato a risultati positivi e ad un apprendimento migliore” (Sangalli 2003, p. 72). Lo schema del rotolo e le attività più evolute che richiedono equilibrio, come il salto e la capriola, influiscono invece sui movimenti oculari, quindi sulla lettura (De Quiros, Schrager 1988, et Faberi 2019).

Agli istruttori dei vari sport, così come agli insegnanti, prima di affrontare nuove tecniche di movimento evolute (e abilità scolastiche), conviene verificare e consolidare gli schemi motori di base: rotolo con direzionalità, striscio in schema crociato, cammino a carponi e corsa in schema crociato. Il tempo in questo modo non viene perso (come può sembrare), ma guadagnato: gli allievi potranno così essere in grado di rispondere in maniera più agile e adeguata alle altre richieste. Insegnanti scolastici ed istruttori sportivi potranno rendersi conto infatti che la maggior parte dei ragazzini che presentano difficoltà sono proprio quelli che non sanno rotolare con direzionalità, strisciare e correre in perfetto schema crociato.

Negli ultimi anni si sta sperimentando come l’uso dei bastoncini di Nordic Walking, adattato a bambini e ragazzi, si riveli un’attività preziosa per il recupero degli schemi motori di base (Faberi 2019, pp.257-274,  Faberi, Lombardi et al. 2018).

IL BISOGNO DI INCANALARE E GESTIRE L’ENERGIA IN ECCESSO

Tutti i ragazzini hanno molta energia e bisogno di muoversi, al punto che è importante che tutti i giorni i bambini della scuola dell’infanzia ed i ragazzini della scuola primaria “abbiano la possibilità di trascorrere almeno un’oretta all’aperto, in giardino, in cortile o al parco, anche se fa un po’ freddo (esistono i giubbini) o piovvigina (ombrelli, impermeabili): con opportune precauzioni, quando non sono ammalati, i bambini hanno bisogno di vivere spazi esterni. Qui potranno correre, arrampicarsi, giocare con i coetanei, fare esperienza. Anche se il clima non è perfetto, una passeggiata all’aria aperta, magari tra i rumori della natura è molto più salutare di una gita in un centro commerciale, chiuso e colmo di confusione” (Faberi, Aufiero 2020). 

Alcuni bambini e ragazzini in particolare presentano un’anomalia anomalia percettiva del canale tattile-kinestetico, “che causa importanti conseguenze a livello comportamentale, riguarda l’apparato vestibolare, non ben controllato e sovraeccitato. Si può chiamarla disturbo iper-vestibolare: si tratta di avere in sé troppa energia, non essere in grado di gestirla, organizzarla e scaricarla. Bambini e ragazzi sembrano una Fiat 500 nella quale è inserito il motore di una Ferrari: si muovono in continuazione, tutto il giorno, ma con movimenti troppo piccoli per potersi scaricare, e non riescono a rimanere fermi e composti; la sera si addormentano in un istante, sfiniti ed esausti, mentre fino ad un istante prima di cadere nel sonno erano ancora inquieti ed in movimento. Stanno tranquilli solo se vien data loro l’occasione di organizzare e scaricare tutta l’energia, con esercizi che richiedano un’intensa stimolazione vestibolare: 50 o 100 capriole, camminare in equilibrio su un muretto…” (Faberi 2019, p. 45). Questi fanciulli, per incanalare la loro energia, hanno bisogno di qualche minuto di attività motoria intensa fatta quotidianamente, più volte al giorno, che richieda un’intensa stimolazione vestibolare: non basta un’ora o due di sport settimanali. Sarebbe quindi auspicabile che l’istruttore insegni loro esercizi specifici da svolgere poi a casa, responsabilizzandoli.

ATTIVITA’ MOTORIA ED AUTOSTIMA

Nelle attività motorie, il ragazzino può conquistare importanti traguardi, non tanto a livello competitivo con gli altri, ma personale. Il traguardo più importante è il record personale, che parte da riuscire a palleggiare, a fare una corsa coordinata, camminare in equilibrio su una trave e man mano si evolverà, grazie ad un allenatore accorto che pian piano, ma inesorabilmente, alza il paletto, in rapporto alle capacità dell’allievo. Questo è un fattore importante per potenziare e costruire l’autostima.

Il ragazzino può essere educato dall’istruttore a dire con entusiasmo: “Io sono capace! Io ce la posso fare!”.

MOMENTI LUDICI PER RAGAZZINI, NON IMPEGNI PER MANAGER

Una-due ore settimanali di sport guidato, ben organizzate, sono il limite massimo, a mio parere, per un ragazzino che frequenta la scuola primaria. “Dati gli impegni scolastici odierni (il tempo lungo ogni giorno è fatto per esigenze lavorative dei genitori, ma non è fisiologico e non considera le caratteristiche dei ragazzini), uno o due impegni extrascolastici (catechismo, scout, sport) settimanali bastano e avanzano! Gli altri giorni è molto più salutare che il ragazzino possa essere libero di andare a giocare con gli amici nel parco giochi del quartiere o dell’oratorio, dove i coetanei giocano liberamente e si gestiscono tra loro, fanno esperienza di vita” (Faberi, Aufiero 2020).

LO SPIRITO DI SQUADRA COME PALESTRA DI SOCIETA’ E DI VITA

Per l’ultima riflessione, mi piace lasciare la parola a un grande educatore: Baden Powell, fondatore dello scoutismo. 

“Vi sono diversi tipi di sport o giochi che non sono interamente educativi, per quanto eccitanti ed interessanti essi siano per i ragazzi. Prendete per esempio, una gara di corsa 100 metri piani. Certo, i partecipanti ci si appassionano, ma io non chiamo ciò educativo, perché consiste solo in una gara del singolo concorrente contro gli altri per un premio. Ciò che desidero sottolineare è invece il valore dei giochi di squadra, dove abbiamo un certo numero di ragazzi che giocano insieme per far vincere la loro parte. È una cosa ben diversa: questo è un gioco educativo, in quanto i ragazzi imparano a giocare in modo onesto e leale, osservando le regole perché sono regole e perché così essi sono leali verso l’altra parte. In tal modo essi cominciano ad imparare l’obbedienza, i sentimenti di giustizia e di onore, nel senso che si può fare affidamento su di loro che giocheranno secondo le regole del gioco. Tutto ciò vien fuori dal lavoro di squadra, quando il ragazzo non gioca per il proprio onore e gloria, ma per aiutare la sua squadra” (Powell 1926, pp. 183-184). 

“Quello stesso spirito di squadra è necessario oggi tra il nostro popolo, come tra i giocatori. Ricordate che la salvezza, l’onore e il benessere di una nazione dipendono dal gioco di squadra del suo popolo” (Powell, anni ’20, pp. 302-303). 

BIBLIOGRAFIA

De Quiros J.B., Schrager O.L., 1988, Le turbe dell’apprendimento. Basi neuropsicologiche, Omega, Torino.

Faberi M., Aufiero F., 2020, Passo dopo passo, Edizioni del Rosone, Foggia, prossima pubblicazione.

Faberi M. (a cura di), 2019, Bambini e ragazzi che chiedono aiuto, Edizioni del Rosone, Foggia.

Faberi M., Lombardi G.B., Lascioli A., Burro R., Sommella M.A., Ebenestelli N., Ragnoli M., “L’utilizzo dei bastoncini di Nordic Walking per l’educazione e il potenziamento dei prerequisiti alla letto-scrittura: uno studio pilota nella scuola dell’infanzia”, RicercaAzione, 10, 1, 2018.

Powell B., discorsi tratti da Powell B., 1997, Taccuino, Nuova Fiordaliso, Roma.

Sangalli A.L., Lascioli A., Lascioli A., 2018, “Dysgraphia, educational interventions and didactic implications: from prevention to intervention”, in Carmo M. (edited by), Education Applications & Developments III. Advances in Education and Educational Trends Series, inSciencePress, Lisboa. 

Sangalli A.L., L’attività motoria compensativa, 2^ed., Trento Unoedizioni, Trento 2003.

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