Come osteopata aiuto le persone nella prevenzione e nel trattamento di alcune condizioni cliniche.
Il mio lavoro si basa sul contatto manuale per la valutazione e il trattamento con il fine di migliorare la funzionalità corporea.
La parte clinica è costantemente alternata dalla attività accademica presso l’Istituto Superiore di Osteopatia e dalle frequentazioni di corsi di aggiornamento.
La mia passata e presente attività agonistica atletica mi permette di gestire al meglio dal punto di vista psicofisico anche gli sportivi.
A differenza di molti altri professionisti che lavorano con pazienti, ho provato i vari tipi di infortuni sulla mia pelle.
Questi eventi negativi collezionati in venti anni di atletica si sono poi rivelati una fortuna perché mi hanno concesso di comprendere al meglio le varie sfaccettature di una problematica, anche quelle non riportate dai libri.
Ho deciso dunque di mettere a disposizione queste mie esperienze e queste conoscenze integrandole con quanto riportato dalla letteratura medica.
OSTEOPATIA E SPORT
ovvero
che cosa fare per limitare le probabilità di un infortunio
Secondo recenti statistiche, in Italia l’attività sportiva viene praticata dal 25% della popolazione, percentuale che include anche i 5 milioni di persone che fanno sport a livello agonistico. La continua crescita di questo settore comporta non solo un aumento dei benefici legati allo sport ma anche ad un collaterale aumento del numero di infortuni.
Ogni anno, infatti, centinaia di migliaia di persone sono costrette a interrompere, momentaneamente o definitivamente, il proprio percorso sportivo.
Come fare per evitare tutto questo?
Al giorno d’oggi la visita medica agonistica, obbligatoria per legge, è in grado di identificare problematiche cliniche di un certo rilievo e di dirottare le persone verso il personale medico di competenza.
Gli sportivi che ricevono l’idoneità dovrebbero essere considerati in grado di praticare attività agonistica senza incorrere in grossi rischi. Sebbene questo possa aiutare a escludere problematiche anche gravi, non risulta però sufficiente ad evitare l’insorgenza dei più comuni infortuni di natura muscoloscheletrica.
Chi pratica sport ad un certo livello ha vissuto sulla propria pelle almeno un infortunio. E molte volte questo implica il termine di una stagione agonistica o la mancata partecipazione alla gara più importante dell’anno.
In quei momenti si ripensa agli allenamenti massacranti sotto pioggia, neve e grandine, alla rinuncia a serate con amici o a week-end fuori porta. Sono stati tutti sacrifici inutili. L’opportunità di raccogliere quanto seminato durante le lunghe sedute di allenamento è andata perduta e l’unico pensiero che rimane è la speranza di una repentina guarigione. Per evitare questi noiosi inconvenienti la maggior parte degli sportivi beneficia dell’aiuto dei fisioterapisti, dei loro consigli e anche dei loro massaggi di scarico. Il loro lavoro gioca un ruolo fondamentale nella prevenzione così come in una eventuale riabilitazione.
Esistono però moltissime situazioni in cui una problematica si ripresenta a periodi alterni, dolori mai del tutto risolti, tendenza a infortunarsi sempre nello stesso arto o difficoltà nel percorso di guarigione. Molte volte la causa del problema può non coincidere con la zona sintomatica.
L’origine può essere in una regione del corpo più distante. Posture errate, problematiche correlate al periodo evolutivo e traumi ripetuti e trascurati, specie a livello articolatorio e rachideo. E’ in questo campo d’azione che si inserisce l’osteopatia, disciplina olistica datata 1874 riconosciuta e descritta dall’Organizzazione Mondale della Sanità e che prevede l’uso di un’ampia varietà di tecniche manuali volte a migliorare la fisiologia e ripristinare l’omeostasi che erano state alterate da disfunzioni del sistema scheletrico, articolare, miofasciale, vascolare, linfatico e neuroendocrino (World Health Organization, 2010).
In realtà l’osteopata non fornisce solamente un indispensabile supporto preventivo durante i cicli di allenamento ma collabora con le figure sanitarie per assistere e agevolare il recupero da un infortunio. Prendiamo l’esempio di un atleta velocista che dopo un infortunio assuma uno stile di corsa diverso da quello usuale per cercare di mitigare la presenza del dolore. Questa modificazione biomeccanica potrebbe creare uno schema disfunzionale e rimanere presente anche dopo la risoluzione dell’infortunio. Un buon osteopatla saprà identificare la reale zona problematica e trattarla per consentire al fisico di riprendere il proprio corretto schema di funzionamento.
Proprio per questo motivo le squadre di alto livello includono la figura dell’osteopata nel proprio staff, per prevenire un infortunio e velocizzare i tempi di recupero. La grande diffusione osteopatica nel mondo sportivo ha fatto emergere anche altri aspetti positivi legati al mantenimento di una costante efficienza dell’apparato muscoloscheletrico. Agire in prevenzione consente una maggiore continuità negli allenamenti e una maggiore possibilità di superamento dei propri limiti. Mantenere la corretta fisiologia articolare dell’arto inferiore può consentire a un velocista di reclutare una maggiore spinta e tradurla in una falcata più ampia ed efficace. Molte tecniche riescono a indurre un rilassamento generale e possono essere utili per diminuire i livelli d’ansia che precedono un’importante competizione e permettere quindi all’atleta di gestire meglio la gara aumentando le probabilità di successo cronometrico. Il trattamento osteopatico trova un buon riscontro anche nella gestione della dismenorrea e può tornare utile alle atlete che frequentemente vengono debilitate, in gara e in allenamento, dai dolori legati al ciclo mestruale. Con tecniche manipolatorie e articolatorie si può inoltre migliorare la mobilità toracica permettendo una migliore biomeccanica respiratoria. Ciò si traduce direttamente in un miglioramento del metabolismo energetico aerobico ritardando la produzione di acido lattico e migliorando la performance muscolare.
Ma questi sono solamente alcuni tra gli innumerevoli esempi che si potrebbero portare di come l’osteopatia possa agire e portare beneficio anche nel mondo dello sport. Secondo un recente sondaggio, l’80% dei pazienti risulta soddisfatto dall’avere provato un trattamento osteopatico e questo è uno dei principali motivi della esponenziale diffusione e successo che la disciplina sta riscuotendo nel mondo.
Non resta che fermarsi e riflettere: voglio ridurre le probabilità di un infortunio? Voglio velocizzare i tempi di recupero? Voglio tentare di migliorare le mie prestazioni? Nel caso la risposta sia affermativa, continua pure a curarti come stai facendo ma soprattutto… rivolgiti anche ad un osteopata!
Mattia Cella, D.O. B.Sc. (Hons) Ost., M.ROI