Traduzione e adattamento di: Graziano Camellini
Introduzione L’immaginario collettivo ha sempre preferito presentare gli atleti che si dedicano alle prove multiple (decathlon – eptathlon) come atleti capaci sicuramente di esprimersi in tutte le specialità ma incapaci di eccellere in qualcuna di queste. Ma qualcosa è cambiato. Quando si vedono, atleti capaci di prestazioni di assoluto rilievo sui 100m piani o nei 100m ad ostacoli alle 9.30 della mattina e che rimangono in campo per due giorni consecutivi, con l’obiettivo di completare la loro gara, cercando di esprimere il meglio del proprio potenziale tecnico – sportivo, occorre ripensare alle caratteristiche di questi atleti/e e alle loro capacità di resistenza e di velocità. Ma soprattutto, occorre valorizzare enormemente la condizione fisica, abbinata ad una componente tecnica notevole. Tutto in questi atleti viene sviluppato al servizio della coordinazione. Sul piano fisico, si cerca l’equilibrio tra il mantenimento di una elevata capacità esplosiva, pur mantenendo quella caratteristica di potenza necessaria alle specifiche specialità. Vi è un’immagine che riassume le caratteristiche del decatleta e dell’eptatleta: quella di un esercizio di giocoleria dove diversi piatti posti in cime ad altrettanti bastoni vengono fatti roteare per far sì che rimangano in equilibrio. Ora ruotano tutti in perfetto equilibrio, e se uno solo si ferma, cade. Questi piatti, nel nostro contesto rappresentano la tecnica. Il decatleta e l’eptatleta devono avere tra le loro disponibilità più piatti possibili, in continua rotazione davanti a loro. La gara di decathlon e di eptathlon non è solo una lotta col tempo, ma una sfida continua con se stessi, in un contesto dove l’avversario è colui che ti trasmette l’energia per andare fino in fondo a due giornate di gara interminabili.
Percorso di sviluppo; La preparazione dell’allenamento, per l’atleta delle prove multiple, si inserisce in un piano di sviluppo a lungo termine, studiato e messo a punto dall’allenatore e da tutti coloro che ne contribuiscono alla costruzione e alla realizzazione. Il passaggio dai contenuti della formazione motoria verso l’allenamento sportivo sarà fondamentalmente basato sulla capacità del tecnico di saper miscelare in modo corretto i mezzi per lo sviluppo di ciascuna qualità fisica per poter realizzare sia i miglioramenti di carattere generale sia di tipo specifico e di conseguenza i più attinenti alla prestazione. Questo documento ha come obiettivo, valorizzare all’interno di un percorso a medio e lungo termine, le componenti, le finalità, i mezzi e i metodo di sviluppo dell’allenamento cercando di dare delle risposte ad alcune domande che caratterizzano la programmazione di tutte le componenti interne ed esterne della specialità, dal suo sviluppo nelle categorie giovanili, alla specializzazione nella prova multipla.
Quale esercizio, in quale forma, in quale densità ed in quali momenti è didatticamente efficace?
Come sviluppare le componenti coordinative e condizionali nella prova multipla nella categorie giovanili?
Quando iniziare un lavoro specifico per la prova multipla? (Successione delle prove, recupero tra le prove, inizio dei lavori di forza)
Come ottimizzare il tempo di lavoro in modo trasversale, come far prendere coscienza, fin dall’inizio, delle differenze fondamentali che esistono tra ogni prova?
Come affrontare le prove multiple quando un giovane atleta può dedicare solo due allenamenti per settimana?
La costruzione a lungo termine: L’approccio all’atletica leggera, in un mondo tecnicizzato dove la possibilità di giocare è alquanto limitata, dove i giochi di movimento uniti ad esperienze motorio di vario genere sono praticamente scomparse, dove l’attività motoria scolastica non è più sufficiente a formare una ampia base motoria, l’attività di sviluppo per i più giovani deve focalizzarsi su proposte ad ampio respiro coinvolgenti, divertenti e adeguate all’età. Il concetto è ben conosciuto, là dove la base delle conoscenze è molto ampia il giovane avrà la possibilità di realizzarsi in molti campi, anche professionali (in futuro). In questo contesto va inserito anche lo sviluppo dell’attività motoria. Diventa necessario di conseguenza, migliorare le nostre competenze, sviluppare una attività didattica equilibrata, progressiva, adeguata alle esigenze di ognuno, una attività che focalizzi l’apprendimento degli schemi motori e che allo stesso tempo sia accessibile, motivante e formativa in quanto l’effetto del non “saper fare” demotiva e certifica il fallimento del Nostro operare. Nell’ambito della crescita motoria e del lavoro finalizzato ad essa, l’allenatore dovrà proporre, in base all’età dell’atleta, un percorso di avvicinamento al gesto che sia polivalente, multilaterale e multi disciplinare come metodo funzionale ad un monitoraggio costante della finalità ultima, sia essa, singola proposta, esercitazione o esperienza motoria, Inizialmente è necessaria quindi un’attività di base che ponga in primo piano l’acquisizione di un voluminoso repertorio di movimenti finalizzati ad una formazione polivalente e multilaterale. La ricchezza di esperienze motorie, infatti, non ha un ruolo fondamentale soltanto nella formazione di nuove abilità tecniche, ma anche nel loro perfezionamento. Apprendere nuove abilità e modificare quelle già conosciute, impegna i meccanismi percettivi, cognitivi e motori, potenziando in particolare i processi di selezione ed elaborazione delle informazioni.
“Ogni movimento, per nuovo che possa essere, si basa in parte su antichi processi di coordinazione già elaborati in precedenza, che insieme con le nuove componenti dei movimenti da apprendere stabiliscono una nuova correlazione specifica e formano la nuova abilità motoria. Quanto più raffinato, preciso e multiforme è stato il lavoro dell’apparato motorio, tanto maggiore di conseguenza è la riserva di collegamenti di riflessi condizionati, tanto più l’atleta assimila abilità di movimento, tanto più egli si appropria di nuove forme di movimento ed è in condizione di adattare quelle già in suo possesso alle condizioni di attività che possono mutare, e quindi tanto maggiore è la sua destrezza. Pertanto, i rapporti fra destrezza ed esperienza di movimento debbono essere considerati in modo assolutamente reciproco. Una destrezza ben sviluppata influenza a sua volta lo sviluppo delle abilità motorie, accorciandone sensibilmente il tempo di perfezionamento.” [Dr Dietrich Harre]
Qualunque siano le categorie interessate, dalla categoria dei più giovani e salendo, fino alla categoria cadetti-allievi, l’attività di indirizzo dovrà far scoprire tutte le forme delle corse, dei salti e dei lanci per far sì che ogni giovane atleta possa diventare il più coordinato possibile e capace inoltre, di supportare gradualmente carichi di lavoro sempre più impegnativi. Tutto questo senza danneggiare la qualità degli esercizi là dove, a poco a poco, i giovani costruiranno nuove tecniche e intuitivamente, in modo non consapevole, delle relazioni tra le diverse specialità per essere, nell’espressione del gesto tecnico, i più efficaci ed economici possibile. Quello che si chiede di fare per queste categorie non ha in realtà nulla di specifico per la prova multipla, poiché l’obiettivo è di formare il giovane atleta in senso lato senza lasciare nulla al caso e senza trascurare questa o quella qualità. Una progressione di sviluppo a lungo termine vuol dire ampliare il ventaglio delle abilità motorie in relazione sia alla crescita sportiva, sia a quella personale senza dimenticare i bisogni materiali, culturali, ambientali e di qualità della vita.
Chi può conoscere le motivazioni e le potenzialità degli atleti della categoria giovanile nella loro lenta ma continua crescita fisico/tecnica? Il miglior “risveglio” motorio per i giovani è scoprire una moltitudine di situazioni motorie. È stato dimostrato come i modelli di sviluppo sportivo a lungo termine come il LTAD (Long-terme athlete development) (Balyi e coll, 2013, o il DMSP (development model of sport partecipation), Côté e Vierimaa, 2014) raccomandano quanto questa diversificazione sportiva permetta di allungare la carriera degli sportivi di alto livello, ed offra inoltre ad ognuno, l’opportunità di scoprire modi diversi di interpretare lo sport. La diversificazione sportiva sembra ridurre peraltro il rischio di insulti muscolari e contribuisce allo sviluppo di una larga base motoria, favorendo le capacità di apprendimento e di adattamento. La specializzazione sportiva giovanile non è il modo migliore per formare un giovane per il futuro in quanto potrebbe limitarne le potenzialità di sviluppo motorio, senza rivelare le potenzialità, i talenti nascosti che non si sono ancora “svegliati” o non sono ancora stati stimolati. “L’insegnamento di una nuova abilità motoria non deve enfatizzare l’imitazione o la RI-produzione di un dato risultato finale, ma dovrebbe focalizzarsi sul processo di transizione tra diversi modi di coordinare i movimenti per condurre gradualmente il sistema verso il risultato”
Quale esercizio, in quale forma, in quale densità ed in quali momenti è didatticamente efficace? La plasticità e la duttilità del periodo interessato è estremamente rilevante, l’attitudine ad apprendere, modellare e ad interpretare il movimento nella sua più completa varietà favorisce una capacità di progresso nella conoscenza del movimento, facendolo proprio e padroneggiandolo in maniera unica e personale. Per questa ragione la crescita e la maturazione del giovane deve consentire un continuo arricchimento interiore e la capacità individuale di esprimere le proprie potenzialità. “Il processo di sviluppo della preparazione giovanile deve realizzarsi all’interno di un equilibrio tra la molteplicità delle esperienze proposte, il loro grado di difficoltà e l’approfondimento specialistico per ampliare sempre più il proprio bagaglio di conoscenze motorie e riuscire nel tempo a specializzarne i contenuti per possederne le abilità” (Bellotti) Nella fascia di età tra i 15 e i 19 anni più del 50% dei giovani abbandona l’attività sportiva. Questo significa che non abbiamo saputo rispettare le loro necessità soprattutto nell’eta della fanciullezza. Nell’ambito dell’attività motoria il rispetto delle esigenze del fanciullo dovrebbe favorire alcuni atteggiamenti positivi. Il primo e credo l’essenziale, per questa giovane età viene configurato nel provare “gioa” quando partecipa ad una attività o quando viene coinolto in attività organizzata. Il concetto di “gioia” è
fondamentalmente legato al successo ed il successo è intimamente legato ad esperienze adeguate alle esigenze dell’età. Il secondo aspetto è legato al concetto di prestazione e di rendimento. Se si pensa che l’attività sportiva, anche di alto livello non sia divertente si è fuori strada, se facciamo nostro il paradigma di Vittori “ tutto ciò che il giovane talento deve fare, il campione lo ha già fatto, e quanto il campione adulto sta facendo, il giovane lo farò più tardi” (Carlo Vittori) non esiste nessuna contrapposizione tra divertimento-impegno e prestazione in quanto è la prestazione che da divertimento e di conseguenza è divertente avere delle prestazioni. Se un giovane raggiunge una certa prestazione consapevole di essersi impegnato nel modo corretto, cercherà di sforzarsi e di migliorare ulteriormente. Anche questa disponibilità allo sforzo dovrà far parte del bagaglio del giovane quale elemento di motivazione al raggiungimento di un ulteriore miglioramento. Queste esperienze volontariamente imposte tra i diversi elementi, permettono o addirittura costringono l’atleta a esplorare tutte le opportunità per coordinarle. Infatti, ogni nuova esperienza aiuta il giovane atleta a riconoscere limiti e potenzialità, gli consente di motivare il proprio percorso per migliorare le proprie prestazioni, gli fa vivere pienamente le emozioni procurate dall’attività fisica e sportiva e gli fa conoscere e capire le difficoltà implicite nell’attività (apprendimento, concentrazione, attività, impegno, …);
Come sviluppare le componenti coordinative e condizionali nella prova multipla nella categorie giovanili? In generale lo sviluppo biologico dei presupposti coordinativi per l’esecuzione di movimenti termina tra i 12 – 13 anni “la fase della migliore capacità di apprendimento motorio dei giovani e quindi anche dei principianti nell’atletica leggera è la seguente: per i ragazzi dai 10 ai 13 anni; per le ragazze dai 10 ai 12 anni.” (P. Tschiene) Questa capacità di apprendimento motorio si riferisce naturalmente ad esercizi e movimenti che possono essere eseguiti a quella età. Il processo di apprendimento può essere organizzato in modo ancora più efficace se i giovani hanno avuto in precedenza esperienze motorie precise. La crescita ovviamente richiede un adattamento continuo della coordinazione motoria alle mutate proporzioni fisiche, ma il livello di sviluppo relativamente elevato delle capacità condizionali (soprattutto della forza veloce) costituisce una buona compensazione. L’unità dei presupposti prestativi di tipo condizionale, coordinativo e tecnico è indiscutibile. Per questo motivo, l’allenamento finalizzato al miglioramento della prestazione deve essere sempre un allenamento della tecnica, poiché l’allenamento della tecnica è sempre un allenamento finalizzato a migliorare la prestazione (Bartonietz; 2006). Alla domanda sul “come” sviluppare in modo ottimale il livello funzionale dei giovani atleti, è possibile rispondere suggerendo alcune regole comprovate: 1. Ogni età ha i suoi compiti didattici speciali e le sue specifiche particolarità legate allo sviluppo (Jürgen Weineck: “Gli stimoli del movimento o del carico di lavoro sono una necessità fisiologica per lo sviluppo psicofisico ottimale di bambini e adolescenti. Tutti i sistemi del corpo si sviluppano in modo ottimale quando gli stimoli sono adeguati, cioè se vengono applicati abbastanza presto, al momento giusto e se sono sostenibili.”); 2. Nell’infanzia l’accento viene posto sull’aspetto ludico in forma multilaterale, nell’adolescenza invece, si passa allo sviluppo della forza speciale con collegamenti di esercizi tecnico – condizionali specifici; 1. L’età più favorevole per l’apprendimento motorio deve venire utilizzato per l’insegnamento e l’acquisizione di svariate basi tecniche di esercizi dell’atletica leggera così come di altri esercizi di discipline sportive affini. Le sequenze motorie degli esercizi di allenamento, legati all’atletica leggera oppure, completamente estranei ad essa, devono essere appresi e
sviluppati al fine di poter essere utilizzati in modo mirato ed efficace per il miglioramento dei presupposti prestativo-condizionali. 2. La fase prepuberale prevede soprattutto il miglioramento delle capacità coordinative e l’ampliamento del patrimonio dei movimenti, nella fase puberale, invece, l’accento viene posto sulle capacità condizionali. Costruire un buon bagaglio motorio consente in seguito di ri-organizzare il movimento e di migliorare continuamente il livello prestativo. 3. Rispettare tutti i principi dell’allenamento: stimolo allenante, individualizzazione, dosaggio e incremento del carico (frequenza, volume, intensità), alternanza del carico, rapporto tra carico e recupero 4. La formazione tecnica dovrebbe includere il più possibile l’assimilazione degli elementi comuni delle varie tecniche dell’atletica leggera, in modo tale che gli atleti possano sentirsi sicuri in gara, richiamando così, anche ripetutamente, il loro reale potenziale fisico. Questo presuppone a livello giovanile ed ancor di più con i principianti, un inizio non casuale ma funzionale alle loro disponibilità. In questo modo, i giovani atleti in età prepuberale possono raggiungere un livello funzionale molto più elevato ma sempre specifico allo sviluppo.
Quando iniziare un lavoro specifico per la prova multipla? (Successione delle prove, recupero tra le prove, inizio dei lavori di forza) L’apprendimento e l’allenamento esigono, anche nelle categorie giovanili un atteggiamento di continuità verso i compiti richiesti dalla specialità, questo aspetto dovrà necessariamente seguire il principio della “specializzazione crescente al momento giusto” (Muller 1988) questo principio evidenzia che soprattutto in un allenamento giovanile indirizzato verso l’alto livello la formazione multilaterale di base deve essere completata ed in parte sostituita al momento opportuno da contenuti di allenamento specifici dello sport praticato.
La formazione multilaterale richiede “multilateralità dei contenuti dell’allenamento”. Ne fanno parte i movimenti semplici fondamentali, della corsa, dei salti e dei lanci così come gli elementi fondamentali di sport diversi. In atletica leggera, il movimento si sviluppa in condizioni pressoché standardizzate e relativamente indisturbate, l’attività indirizzata alle più giovani categorie si è trasformata in gran parte, in una pratica stereotipata, rigida e noiosa. “L’azione che andiamo ad intraprendere si affida quindi ad una concezione che riconosce come primari i bisogni dell’atleta, fonda ed implica l’esigenza di educare armonicamente gli allievi utilizzando al meglio le loro capacità fisiche e motorie, migliorando nel contempo quelle di attenzione e concentrazione, sviluppando le abilità tecniche e ponendo ad obiettivo finale il raggiungimento di una buona autonomia di lavoro. L’inseguimento di questo ideale comporta l’ideazione di un’offerta formativa
ampia e costruttiva, che basa la sua essenza sul trasferimento delle conoscenze e competenze dall’operatore all’atleta”. (Maleville F.) La metodologia di intervento nel settore giovanile si orienta in base all’età biologica prepuberale che comprende l’età prescolare e la fanciullezza, (inizio della pubertà) puberale, (fase di maturazione sessuale) postpuberale (adolescenza). Nella prima fase puberale ci sono, come già detto, cambiamenti morfologici che necessitano di “ristrutturazione delle capacità e delle abilità motorie” (Winter 1976) e determinano momentanee difficoltà nell’acquisizione di nuove tecniche sportive. Nella seconda fase puberale riscontriamo un periodo favorevole all’apprendimento che deve essere opportunamente sfruttato. Winter, citando Blume, elenca le capacità relative all’organizzazione ed al controllo del movimento: capacità di combinazione ed accoppiamento dei movimenti, ossia il collegamento tra le abilità motorie automatizzate ed il movimento complesso globale (arti inferiori e superiori nei salti, nei lanci, nelle corse ad ostacoli, ecc.), sviluppo della lateralità, ambidestrismo. Possiamo chiederci di conseguenza: Quali sono le abilità specifiche e i contenuti associati per questa fascia di età? Come rendere attraenti e motivanti gli allenamenti e le successive gare? Secondo Winter, l’età scolare rappresenta la migliore età per l’apprendimento motorio. Certamente adolescenti e bambini apprendono meglio e più rapidamente i processi motori semplici rispetto agli adulti. I criteri per determinare i periodi più favorevoli all’allenamento devono tenere in considerazione, la capacità di apprendimento, (allenabilità) la capacità di carico psicofisico, il modello specifico di prestazione, (capacità necessarie alla prestazione) e la logica della costruzione dell’allenamento, ossia i presupposti di base necessari allo sviluppo di capacità specifiche. Esempi: un addestramento multilaterale della coordinazione rappresenta la base di un allenamento speciale della tecnica, la resistenza generale (aerobica) rappresenta la base della resistenza anaerobica lattacida, il potenziamento generale rappresenta la base della forza massimale.
Sulla base degli obiettivi di costruzione a lungo termine della prestazione, per fare in modo che lo sviluppo motorio segua l’andamento desiderato, è importante che la formazione tecnico coordinativa sia attivata nei primi anni dell’età giovanile. Rifacendosi alle esercitazioni tecniche di base devono quindi essere acquisiti e sviluppati gli elementi essenziali della tecnica delle diverse specialità: partenza dai blocchi, accelerazione e corsa lanciata, passaggio rapido degli ostacoli, corsa di resistenza, salto in lungo e in alto, lancio da fermi o in movimento. Anche la tecnica di altre discipline sportive che possono portare benefici alla prestazione, quali ad esempio il lavoro con sovraccarico o singoli elementi della ginnastica, deve essere appresa seguendo lo schema proposto in precedenza. Se nella prima età giovanile (11-14 anni) sono state appresi gli elementi base della tecnica di varie specialità e, quindi, se il patrimonio coordinativo è migliorato, all’aumentare dell’età (14-17 anni) e della specializzazione, è necessario acquisire forme affinate della tecnica del gruppo di specialità preferito, grazie alle quali sarà possibile partecipare con successo alle gare. Mentre le forme introduttive della tecnica, così come le loro progressioni didattiche, sono ancora standardizzate, la forma affinata è già decisamente adattata alle possibilità individuali del singolo atleta. In ogni modo, è necessario considerare che singoli elementi motori possono essere acquisiti soltanto attraverso precisi presupposti coordinativi e condizionali. Per questo motivo, tecnica, coordinazione e forma fisica sono sempre correlate tra loro. Ciò significa che in seguito ad ogni variazione della condizione fisica, come ad esempio la crescita in altezza o l’aumento della forza, la tecnica deve essere adattata di conseguenza.
Come ottimizzare all’interno della prova multipla il tempo di lavoro in modo trasversale, come far prendere coscienza, fin dall’inizio, delle differenze fondamentali che esistono tra ogni prova? L’efficacia del gesto tecnico presuppone la necessità del rispetto della componente biomeccanica specifica di ogni prova, ciò deve avvenire, considerando la morfologia dell’atleta e le sue qualità fisiche, sapendo che il lavoro fisico richiesto nella specialità della prova multipla, in tutte le sue declinazioni e per tutte le categorie è fondamentalmente a dominanza forza-velocità. L’allenamento della tecnica nell’atletica leggera è nella prova multipla è mirato all’apprendimento di una certa sequenza di movimento idealizzata in grado di rappresentare una guida, alla sua automatizzazione e al suo perfezionamento. Per far fronte alle richieste delle diverse discipline, oltre all’allenamento e al perfezionamento delle capacità condizionali e coordinative e per raggiungere prestazioni di élite, nella formazione tecnica deve essere poi disponibile una sorta di filo conduttore: le progressioni didattiche.
Le progressioni didattiche sono sequenze di esercizi ordinati secondo presupposti metodologici, che hanno come obiettivo l’apprendimento di un’abilità motoria (esercizi mirati / tecnica mirata) o l’appropriarsi di un determinato grado di imprinting delle proprietà motorie richieste per raggiungere l’obiettivo finale, sono inoltre essenziali per lo sviluppo della capacità di gara e per crescere tecnicamente già dall’età evolutiva.
Gli esercizi che compongono una progressione didattica presentano una similarità con gli esercizi di arrivo, e sono ordinati a seconda della loro funzionalità e del loro grado di difficoltà. Partendo dalle fasi principali e dalla loro realizzazione, si introducono gradualmente nelle fasi preparatorie e di passaggio (metodo di apprendimento parziale), prendendo in considerazione i principi della didattica (ad esempio “dal facile al difficile” ecc.). Con l’ausilio di una progressione didattica, l’apprendimento del gesto motorio si compone di più fasi di apprendimento e il patrimonio di esercizi si ordina da movimenti più semplici a movimenti più complessi tra loro collegati. In questo senso, si ritrovano temi quali: Gli appoggi (contatti) Il ritmo (nelle corse e nelle rincorse) Il percorso di stacco o di lancio (angolo di stacco o di lancio) La dissociazioni sinistra-destra e basso-alto Di conseguenza, si raccomanda di insistere: Nei lanci, sul lavoro attivo della parte bassa del corpo mentre la parte alta rimane rilassata. Nei salti, su una buona forma della rincorsa, alla ricerca degli allineamenti specifici nelle diverse fasi di stacco Nelle corse, sulla cadenza e sul lavoro del piede. Si evidenziano inoltre quali elementi della specificità: L’allineamento delle catene muscolari; La loro solidità al momento del contatto dell’appoggio a terra; La sincronizzazione dei movimenti e l’alternanza rilassamento/contrazione (fluidità)
All’interno della specialità del pentathlon/esathlon nelle categorie giovanili e nel decathlon ed eptathlon per la categoria allieve/i e successive, la componente tempo impone di lavorare in modo continuo e trasversale ogni specialità, senza dimenticare di concedere il dovuto spazio all’apprendimento delle specificità di ogni tecnica. Ottimizzare il tempo, intervenendo sulle specialità in modo trasversale, non è meno importante del far prendere coscienza, fin dall’inizio, delle differenze fondamentali che esistono tra le prove. Il
passo che ne consegue, partendo dagli elementi tecnici, è indirizzato verso la capacità di valorizzare le specificità tecniche che saranno adattate ad ogni individuo. Il lavoro di concatenazione delle prove andrà a valorizzare le potenzialità dell’atleta che avrà modo di mettere in pratica la sua capacità di adattamento finalizzando in modo efficace ed adeguato la componente tecnica; concatenazioni nell’ordine della competizione (elementi tecnici e ritmici differenti nelle successioni ostacoli/disco per esempio) oppure in funzione delle affinità tecniche (asta/giavellotto). La componente didattica valorizza molti metodi che possono rispettare queste intenzioni. Esempio: partire dal finale dei lanci e ripercorrere a ritroso il percorso.
Come affrontare le prove multiple quando un atleta può dedicare solo due allenamenti per settimana? Se il giovane si allena solo due volte a settimana (cosa che non consigliamo), la sua formazione non può che essere quella di dare continuità al precedente lavoro di costruzione per avere un buon allenamento di base, per “toccare tutto” ma allo stesso tempo, applicare i principi direttivi dell’atletica all’interno di un percorso di costruzione a lungo termine. Per le corse si incide sulla capacità a produrre della velocità (partenza, accelerazione) ed a sviluppare e/o mantenere la velocità (atteggiamento di corsa, andature e ritmi). Per i salti si incide sulla capacità di produrre e sviluppare velocità (rincorse), rimbalzare per staccare rapidamente (collegamento corsa-stacco) e gestire ciò che accade in aria (volo/sospensione). Per i lanci si tende a produrre velocità (rincorsa), fissare gli appoggi al suolo (creare degli elementi di tensione negli due ultimi appoggi), e liberare rapidamente un attrezzo su una traiettoria ottimale (finale del lancio) Dalla categoria cadetti, a seconda del numero di sessioni di allenamento settimanali, devono essere fatte diverse scelte:
Atleta che si allena due volte per settimana:
Obiettivi generali: Tecnica delle specialità Abitudine all’allenamento Riscaldamenti generali e specifici
Se il giovane si allena tre volte alla settimana e vuole iniziare il percorso di specializzazione verso le prove multiple, deve iniziare a dare una continuità all’allenamento che vada ad interessare tutte le specialità del decathlon.
Obiettivi generali: Perfezionamento tecnico Potenziamento fisico funzionale all’acquisizione delle abilità
Atleta che si allena due volte a settimana Prima settimana Prima settimana Martedì Giovedì Tecnica di corsa Salto in lungo Getto del peso Tecnica ostacoli Salto con l’asta Lancio del disco Seconda settimana Seconda settimana
Velocità corta Ostacoli Salto in alto
Lanci del giavellotto Salto con l’asta oppure Lancio del disco
Velocità e aerobico Mobilità Non è fondamentale impostare allenamenti sulla successione delle prove
Se il giovane si allena quattro volte o più per settimana e, se nel precedente anno ha sempre dato continuità al miglioramento delle proprie capacità/abilità, ai fini della progressività, possiamo considerare che un allenamento addizionale si debba sviluppare verso un salto (l’asta), o verso un lancio (disco) oppure verso il miglioramento della condizione fisica. Ottimizzando gli allenamenti, aumentando il numero delle sedute e di conseguenza la qualità dei contenuti, diamo al giovane le migliori possibilità di successo.
Obiettivi generali: Inizio della programmazione dell’allenamento, inizio del lavoro di forza Velocità, aerobico ma anche velocità prolungata con e senza ostacoli Lavori sulla successione delle gare, lavoro sui punti deboli all’inizio stagione e dei punti di forza all’avvicinarsi delle competizioni.
Continuità ed equilibrio: Il passaggio dalla categoria cadetti/e alla categoria allievi/e diventa il momento di inizio della modalità di intervento nella prova multipla. Ciò significa che si inizieranno ad affrontare i problemi dell’ordine delle gare, la gestione del recupero tra le gare, l’utilizzo della tabella di punteggio in funzione del risultato gara, l’inizio del lavoro di forza. Nella organizzazione dell’allenamento della prova multipla la differenza, in relazione alle altre specialità, risiede nel tempo concesso a preparare l’insieme degli aspetti della competizione. Come per tutte le specialità dell’atletica leggera è la ricerca dell’efficacia che, in questo singolare contesto (decathlon, eptathlon) deve guidare gli obbiettivi della preparazione
Atleta che si allena tre volte per settimana Prima settimana Prima settimana Prima settimana Lunedì Martedì Mercoledì Velocità corta Salto in lungo Getto del peso Ostacoli Salto in alto Prep. fisica gener. Salto con l’asta Giavellotto Aerobico Seconda settimana Seconda settimana Seconda settimana Velocità prolung. Salto in lungo/alto Rafforzam. parte alta Ostacoli Lancio del disco Rafforzamento gen. Salto con l’asta Giavellotto Aerobico
Atleta che si allena da 4 a 5 volte per settimana Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì (se riposa mercoledì) Venerdì Sab/Dom
Velocità c. Lungo Forza sopra
Peso Alto Forza sotto
Riposo Oppure Ostacoli Disco
Asta Velocità prolungata Prep.gener.
Ostacoli Disco Asta
Giavellotto Aerobico Tenute e postura
Salite —– Gara oppure Riposo
Tutte le specialità della prova multipla hanno la stessa importanza (anche quelle prove che vengono definite chiave) ma un atleta che in giovane età non avrà dedicato tempo al salto con l’asta e alle sue esercitazioni, potrebbe avere in seguito grandi difficoltà. Cosa dire degli ostacoli che richiedono una coordinazione particolare o del lancio del disco, specialità nella quale si raggiungono con difficoltà misure di rilievo. Nella prova multipla è indispensabile avere una buona base di corsa (4 corse su 10 prove nel decathlon, più tutte le rincorse) così come è necessaria una grande capacità di gestire ritmi diversi (dai 100 piani ai 1500 metri passando dagli ostacoli e da tutte le rincorse dei salti e dei lanci). Il rispetto del principio della regolarità e dello stimolo continuo, deve essere uno degli obiettivi per favorire la partecipazione e permettere successivamente di poter accedere ad un livello più elevato delle abilità e delle abitudini.
Alcune idee da approfondire con i giovani: I giovani possono avere progressi in tutte le corse partendo da un lavoro regolare sugli ostacoli, non sempre accade con un percorso inverso!! La progressione nei lanci è certamente proporzionale al numero di lanci effettuati, non è forse possibile la stessa considerazione per i salti? La ripetizione delle andature atletiche eseguite in modo corretto nel riscaldamento deve essere una precedenza per “l’educazione atletica”. Il lavoro del piede, la dissociazione, la velocità e lo stesso lavoro aerobico, per quanto incida sul ritmo di esecuzione, sul numero delle ripetizioni e sui tempi di recupero, devono diventare una parte importante della seduta. Devi essere forte pur essendo esplosivo, veloce e resistente. Ma a volte cercare di associare una qualità e il suo contrario può essere frustrante. Dobbiamo dimenticare la ricerca della perfezione, perché non esiste in dieci specialità. Dobbiamo essere soddisfatti di una forma di “perfezione globale”. (D. Thompson)
Questo elaborato nasce dal dibattito emerso durante il Corso Nazionale Allenatori svoltosi a Cles e successivamente a Formia nei mesi di luglio e settembre del 2018. Mi sento in dovere di ringraziare tutti i futuri tecnici per l’interesse dimostrato, ho cercato con questa analisi di dare una risposta alle tante domande poste, per valorizzare con questo documento il loro prezioso contributo.
Bibliografia: Aefa n° 158: Technique épreuves combinées Aefa n° 206: Les épreuves combinées Atletica Studi 1-2 2013: Da Leichathletiktraining 2+3/2012 Titolo originale: “Methodische Reihe – alter Hut oder noch immer zeitgemäß?” Frank Lehmann. Traduzione a cura di Debora De Stefani
Avogaro Renzo: La coordinazione motoria nelle prove multiple Dietrich Martin, Klaus Carl, Klaus Lehnertz: Manuale dell’allenamento sportivo (SSS) Eli Sunquist: Keys to Training the High School Decathlete and Heptathlete Fulvio Maleville: Comunicazioni personali Reinhardt Winter “Formazione dei presupposti tecnico organizzativi della prestazione sportiva in età giovanile”
Jurgen Weineck; L’allenamento Ottimale (calzetti e Mariucci)