Di Élise Anckaert
Psicologa dello sport
Traduzione di Graziano Camellini
Nella sfera specifica dello sport di alto livello, la quotidiana attenzione dell’allenatore sulle prestazioni di un adolescente e sempre più necessaria, molto dipenderà dall’immagine che il/la giovane avrà di se stesso/a nel momento in cui si sentirà guardato/a, ascoltato/a, sostenuto/a, accompagnato/a. In questo particolare momento della vita, alla specificità della sfera sportiva di alto livello, si aggiunge questo periodo così speciale che è l’adolescenza, che costituisce una fase di costruzione dell’identità, durante la quale si ripete un processo di separazione e individualizzazione.
L’adolescenza nella sfera dello sport ad alte prestazioni
L’adolescenza può essere definita come il processo di integrazione psichica della pubertà, durante la quale spetta all’adolescente recuperare un corpo che può sembrare fuori dal suo controllo. L’immagine che l’adolescente ha di sé, si accumula quindi nella relazione che egli ha con se stesso e con gli altri, nonché dal modo in cui viene visto e percepito.
Pertanto, l’immagine del corpo, che è strettamente legata all’immagine del sé, è centrale in questo periodo di costruzione dell’identità. A questo proposito, incerto su se stesso, l’adolescente può oscillare classicamente tra immagini di sé svalutate o ingigantite e un corpo, di volta in volta, respinto o idealizzato.
Il contesto dello sport di alto livello, con il suo sistema di selezioni e di competizioni sportive, con l’alternanza di successi e di insuccessi con i quali ci si deve continuamente confrontare, può dare all’adolescente la sensazione di saper gestire, grazie al suo allenamento quotidiano, questo corpo straniero, che ostacola l’accesso ad un’immagine di sé stabile, proprio a causa dei capricci della vita sportiva.

L’adolescente sportivo e il suo allenatore
L’immagine dell’adolescente nella sfera dello sport ad alte prestazioni è quindi strettamente legata alla sua prestazione o ai suoi fallimenti, sotto lo sguardo dei suoi coetanei e del suo allenatore, con il quale condivide e realizza obiettivi comuni, favorendo in tal modo anche un’intensa condivisione emotiva.
L’allenatore occupa quindi un posto centrale nel processo di adattamento dell’adolescente alle sue emozioni e alla sua esperienza corporea. È davvero lui che, con la sua funzione, fissa e spinge i limiti dell’adolescente, dei quali, quest’ultimo non è ancora del tutto consapevole.
L’allenatore diventa quindi il garante che ha la capacità di sviluppare l’immagine corporea dell’adolescente sportivo di alto livello, così come il referente che svolge un ruolo di riflessione nell’immagine che quest’ultimo ha di se stesso.
Ciò è tanto più decisivo nel contesto degli sport individuali e dei primi sport con giudizio estetico, per il quale l’allenatore agisce quindi come uno specchio, sostituendo così i genitori e diventando un equivalente di “riferimento materno”. In questo caso, conferma o invalida il perseguimento e il raggiungimento dell’obiettivo sportivo da cui dipende, in parte, l’identità dell’adolescente sportivo di alto livello.

Supporto psicologico per adolescenti sportivi di alto livello
In questo periodo particolare della vita di un giovane, durante il quale si tratta di separare e di conquistare una certa autonomia, la sfera dello sport di alto livello spinge ad un movimento opposto, l’indipendenza è di fatto limitata, nei confronti dell’allenatore referente, di cui adolescente ha necessità per raggiungere il suo obiettivo sportivo.
In questo contesto, nel quale il processo di separazione e individualizzazione dell’adolescente rimane parzialmente impedito, l’adolescente investe (e/o è investito da) l’allenatore in diversi ambiti, impegnato come è, di fatto, in un relazione allenatore – atleta che a volte può essere anche carica di affetti.
Tuttavia, il contesto del superamento di se stesso e della ricerca di obiettivi elevati, non dovrebbe farci dimenticare che l’adolescente rimane un realtà in costruzione, fatto di sentimenti intrinseci ed estrinseci alla sua attività sportiva.
Offrendo uno spazio terzo, il supporto psicologico consente quindi lo sviluppo e l’integrazione di problemi relazionali e motivazionali dell’adolescente. Pertanto, il supporto psicologico assume il suo pieno significato, sia per l’adolescente che per l’allenatore, in modo diretto o indiretto, contribuendo ad un sostegno e a un arricchimento personale e sportivo.
Tratto da Réflexions Sport // # 6