La qualità della percezione uditiva può incidere sul comportamento dei ragazzi?
di Matteo Faberi

Gli istruttori sportivi, così come genitori ed insegnanti, si accorgono che alcuni ragazzi e bambini faticano a prestare attenzione, non sono attenti, hanno “la testa tra le nuvole” … eppure sentono, non sono sordi ! Altre volte si nota che alcuni rumori danno molto fastidio ad alcuni giovani atleti …
Pochi purtroppo sanno che la
sordità è solo uno dei vari problemi che può presentarsi all’udito.
Il dottor Guy Bérard, in decenni di ricerca, ha scoperto una serie di anomalie
della percezione uditiva a livello qualitativo:
- problemi nel tempo di risposta (anomalie nel tempo che occorre ad un individuo per ricevere uno stimolo e rispondere ad esso. Si parla di udito lento quando questo tempo è molto dilatato, anche quattro-cinque volte rispetto a quello normale: tutto arriva “al rallentatore” ed è quindi difficile riuscire ad immagazzinare molti stimoli insieme, come le parole di una frase);
- rimanenze (una sorta di eco, per il quale una o più frequenze continuano ad essere percepite per un certo intervallo di tempo anche dopo il loro termine);
- udito doloroso (fastidio o addirittura dolore in presenza di una o più frequenze presentate ad un volume non elevato. La persona eviterà quel suono fuggendo da esso, coprendosi le mani con le orecchie o emettendo urli per coprirlo. Frequentemente si prova udito doloroso per frequenze acute, dai 4000Hz in su. In questa situazione i bambini possono: evitare di interloquire o diventare irrequieti quando si relazionano con persone che hanno la voce acuta; agitarsi, fuggire e comportarsi male in luoghi affollati e rumorosi, quando un gruppo di compagni canta o recita una poesia in coro, ecc. Alcune persone provano fastidio e dolore in presenza dell’alternarsi di frequenze diverse: per questo motivo vari bambini continuano ad intervenire, per interrompere, si agitano o si allontanano quando due o più persone dialogano tra loro; i genitori pensano si tratti di una richiesta di attenzione, ma non è questo il problema);
- mancanza di selettività (percepire una -o più- frequenza più acuta di un’altra, mentre è più grave. La persona che presenta tale anomalia, oltre ad essere stonata e non portata per la musica, potrà compiere vari errori di ortografia e non riuscire nello studio di alcune lingue straniere);
- distorsioni uditive (rappresentate da picchi o altipiani nel profilo uditivo prodotto da un accurato audiogramma svolto secondo gli insegnamenti del dottor Bèrard. Una o due frequenze, seppur abbiano la medesima intensità, vengono percepite come più alte di quelle a loro adiacenti. Questo può portare ad errori nella percezione e produzione del linguaggio, quindi nell’ortografia. Si è scoperto che particolari curve del profilo uditivo sono alla base di disturbi dell’apprendimento, dell’attenzione e dell’umore. Bèrard ha addirittura scoperto che la compresenza, nell’orecchio sinistro, dei picchi 2000 e 8000, chiamata “curva 2-8”, può portare a depressione con tendenza suicida);
- mancanza o disturbi nella lateralità uditiva (l’orecchio associato all’emisfero dominante non viene sempre utilizzato come dominante nell’ascolto e nel controllo del linguaggio prodotto dal soggetto. Il linguaggio viene percepito distorto: si avranno grosse difficoltà sia nella sua produzione che nell’ascolto; col passare degli anni un ragazzino potrebbe riuscire a parlare in modo corretto ma, se la dislateralità persiste, deve fare comunque molta fatica nell’ascolto di un discorso, le cui parole il suo cervello deve inconsciamente riordinare di continuo. Il disturbo può essere anche alla base della balbuzie);
- acufeni (rumori che vengono percepiti in uno o entrambi gli orecchi, in forme diverse: fischi, ronzii, fruscii, crepitii, soffi, pulsazioni. Si originano all’interno dell’apparato uditivo e possono risultare tanto fastidiosi da rendere confuso l’udito ed influire pesantemente sulla qualità di vita dell’individuo).
Guy Bérard, dopo aver studiato ed approfondito le anomalie uditive ed esercitato per oltre vent’anni la specialità di otorinolaringoiatra in Francia con oltre 8.000 pazienti, arrivò alla seguente conclusione:
“Il comportamento dell’essere umano è in gran parte condizionato dal
suo modo di sentire. In altri termini esiste un parallelismo quasi costante
tra:
– la qualità reale della percezione del mondo sonoro esterno da una parte;
– il modo di essere, di agire, di reagire dall’altra”.
Esiste una serie di segnali che, se presenti almeno in parte, possono far sospettare anomalie nella percezione uditiva:
- fastidio o accentuata distraibilità in presenza di determinati suoni;
- chiudersi le orecchie con le mani in presenza di rumori particolari o di voci acute o quando molte persone cantano o parlano, o coprire i suoni urlando;
- evitare di interloquire con persone con la voce acuta o fastidiosa;
- non riuscire a mantenere il filo del discorso;
- continuare a intervenire per mantenere l’attenzione;
- intromettersi continuamente o agitarsi e allontanarsi quando due o più persone dialogano tra loro (spesso si crede che il bambino voglia sempre attirare l’attenzione su di sé, senza pensare che invece prova fastidio nel sentire l’alternarsi e accavallarsi di due timbri di voce diversi);
- porre più attenzione a singole parole che alla frase intera;
- ripetere spesso alcuni rumori o suoni;
- volere sempre la musica accesa per concentrarsi o in auto;
- nel linguaggio e/o nella scrittura scambiare lettere di suono simile, come t-d, p-b, f-v, l-r .
Spesso l’eco presente nelle palestre e nei palazzetti sportivi può essere fonte di grande fastidio per alcuni bambini e ragazzi.
Guy Bérard ha anche elaborato un programma di rieducazione uditiva che permette di alleviare o addirittura risolvere le anomalie della percezione uditiva ed i problemi comportamentamentali da esse derivati: l’A.I.T. (Audirory Integration Training) Bérard.
Per approfondire:
Bérard G., Brockett S., Udito uguale comportamento. Aggiornato ed ampliato, traduzione italiana di Faberi M., Edizioni del Rosone, Foggia 2018.